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Torre Lafayette, Detroit, Stati Uniti

Torre Lafayette, Detroit, Stati Uniti

Ludwig Mies van der Rohe (Aquisgrana27 marzo 1886 – Chicago17 agosto 1969) è stato un architetto e designer tedesco.

Nato ad Aquisgrana, Germania, Mies aiutò a gestire la cava di famiglia fino a quando non entrò nello studio di Bruno Paul, a Berlino, dove iniziò ad apprendere i primi rudimenti di architettura.Nel 1907 entrò nello studio di Peter Behrens, dove rimase fino al 1912. Sotto l’influenza di Behrens, Mies sviluppò un approccio stilistico basato su una tecnica strutturale avanzata ed il Classicismo Prussiano. Sviluppò anche una simpatia per il “credo” estetico sia del costruttivismo Russo che del gruppo del De Stijl Olandese. Prese grande ispirazione dalle opere di Karl Friedrich Schinkel, per le sue architetture in acciaio e vetro.

Mies lavorò con la rivista G, che nacque nel luglio 1923. I suoi contributi maggiori alla filosofia architettonica dei tardi anni ’20 e ’30 li diede come direttore artistico del progetto Weissenhof, sponsorizzato dal Deutscher Werkbund e come direttore della Bauhaus. Durante questo periodo disegnò numerosi edifici, tra i quali il Padiglione di Barcellona e la Villa Tugendhat.

Nei tardi anni ’30 dovette lasciare il paese, amareggiato, per l’ascesa del potere nazista. Quando arrivò negli Stati Uniti, la sua influenza come designer era già notevole: era stato il direttore della scuola del Bauhaus per molti anni ed aveva vinto numerosi ed importanti concorsi per la progettazione di opere architettoniche.

Famoso per i suoi motti “il meno è più” (“less is more”) e “Dio è nei dettagli” (“God is in the details”), Mies cercò di creare spazi contemplativi, neutrali, attraverso un’architettura basata su un’onestà materiale ed integrità strutturale, con uno studio esemplare del particolare architettonico.

Padiglione di Barcellona

Padiglione di Barcellona

Il Padiglione di Barcellona fu progettato da Ludwig Mies van der Rohe nel 1929 per l’Esposizione Universale. È stato ricostruito fra il 1983 ed il 1989.

Negli ultimi vent’anni di vita, Mies van der Rohe giunse alla visione di un’architettura monumentale “pelle e ossa” (“skin and bone”). I suoi ultimi lavori offrono la visione di una vita dedicata all’idea di un’architettura universale semplificata ed essenziale.

Mies van der Rohe si stabilì a Chicago, dove divenne il preside della scuola di architettura al Chicago’s Armour Institute of Technology (più tardi rinominato Illinois Institute of Technology – IIT) La sua condizione, accettando il posto, fu che gli fosse concesso di ridisegnare il campus. Alcuni dei suoi più famosi edifici si trovano ancora qui, come la Crown Hall, la sede dell’istituto.

Dal 1946 al 1950, Mies van der Rohe costruì la Farnsworth House per Edith Farnsworth, un ricco medico di Chicago. Fu la prima casa costruita da Mies van der Rohe negli Usa. La casa è rettangolare, con otto colonne d’acciaio divise in due file parallele. Sospeso tra le colonne si trovano due superfici (il pavimento ed il tetto) ed un semplice spazio abitabile racchiuso da pareti di vetro. Tutti i muri esterni sono di vetro, e l’interno è interamente aperto, fatta eccezione per un’area racchiusa da pannelli di legno contenente due bagni, la cucina e camere di servizio. L’aspetto generale della casa, oltre ai vetri, è di un bianco splendente.

Nel 1958, costruì quella che è considerata l’espressione massima dell’International Style dell’architettura, il Seagram Building, a New York. È un grande edificio di vetro, ma controversialmente Mies van der Rohe scelse di inserire una grande piazza con fontana davanti alla struttura, creando uno spazio aperto a Park Avenue.

Mies van der Rohe disegnò e costruì molti edifici di notevole altezza a Chicago ed in altri luoghi. Tra queste opere figurano il Federal Building (1959), l’IBM Building (1966) e la 860-880 Lake Shore Drive (1948-52).

Nel 1962, ormai anziano e malato, è incaricato di realizzare il museo di arte contemporanea a Berlino. La Neue Nationalgalerie è l’opera più grandiosa e tragica di Mies: un’aula quadrata di quasi sessantacinque metri di lato con un tetto che poggia solo su otto pilastri in acciaio. L’ultimo edificio realizzato da Mies van der Rohe ne consacra la figura ad un’architettura classica senza tempo, paragonabile a quella dei templi greci.

Fonte: Wikipedia

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